Iles Flottantes – A.Ceccomori, L.Vinciguerra (DL022)
Title: Iles Flottantes
Performer:
flauto: Andrea Ceccomori
arpa: Laura Vinciguerra
Tracklist:
1 F. Santucci – Andrea’s Whistle
2 N.Rota (1911-1979) Sonata Per Flauto E Arpa 2-Allegro Molto Moderato
3 N.Rota (1911-1979) Sonata Per Flauto E Arpa 3-Andante Sostenuto
4 N.Rota (1911-1979) Sonata Per Flauto E Arpa 4-Allegro Festoso
5 Aw.Kettelbey (1875-1959) 5-In A Persian Market Intermezzo Scene
6 B.Andres (1941) 6-Narthex
7 N.Rota (1911-1979) 7-La Passeggiata Di Puccettino
8 N.Rota (1911-1979) 8-Serenata
9 J Molnar (1929) 9-Phantasy On Poupolar Japaneese Folk Songs
10 J.Molnar (1929) 10-Haru No Humi
11 E.Satie (1866-1925) Trois Gymnopedies 11-Gymnopedie N1
12 E.Satie (1866-1925) Trois Gymnopedies 12-Gymnopedie N2
13 E.Satie (1866-1925) Trois Gymnopedies 13-Gymnopedie N3
14 G.Podio 14-L Eco Delle Memorie Spa
Brevi note sulla registrazione
Il luogo della ripresa è una piccola cappella sconsacrata, facente parte di una magione medioevale nei dintorni di Perugia. Il Suono ha una riverberazione naturale con poche colorazioni in gamma media, tipiche invece dell’ intonaco delle parati della sala, ma ricca di armoniche, che donano un colore caldo e presente agli strumenti.
Il flauto è posto a destra a circa 2/3 metri dal punto di ascolto. L’arpa si colloca a sinistra appena più arretrata. In alcuni brani è stato preferito mettere in evidenza il flauto per donargli una presenza che corrispondesse al gusto musicale.
L’arpa, soprattutto nei passaggi solistici, è ben delineata e tangibile. In alcuni momenti sembra quasi di vederne le corde, tanta è la nettezza della sua immagine e il realismo dei piccoli rimori meccanici. Le prese di fiato del flautista, sono sempre ben chiare, come altrettanto, sono “visibili” i naturali spostamenti durante l’esecuzione. Abbiamo infatti la chiara percezione di avanzamenti ed arretramenti dello strumento.
Questi particolari, in unione con il mix tra suono diretto e riverberato, pongono l’ascoltatore in mezzo ad una esecuzione live, dove si respira l’emozione dei brani eseguiti, con l’illusione di vedere i musicisti.
Buon ascolto
Massimo Piantini
Note Musicali sulle Traccie
- 1) Francesco Santucci – Andrea’s whistle
“Questo brano non nasce dalla pura inspirazione o dalla voglia di dire qualcosa di nuovo, ma vuol descrivere la lunga amicizia che mi lega ad Andrea, ed è come se fosse stato scritto a quattro mani. Il brano infatti rappresenta la sintesi del nostro percorso musicale e di vita fatto di curiosità verso altri linguaggi, etnie e forme artistiche sia colte che popolari. Quindi scrivere un brano che sia alla portata di tutti, con l’unico intento di regalare alcuni momenti di serenità a chi ci vorrà ascoltare è come illustrare quello che è il nostro comune desiderio musicale”.
Francesco Cantucci
- 2-3-4) Nino Rota (1911-1979) – Sonata per flauto e arpa
Pur essendo conosciuto soprattutto per le sue colonne sonore sia per il teatro che per il cinema, Nino Rota scrisse anche un vasto numero di opere da annoverare nel genere della musica cosiddetta colta. Egli dimostrò sempre una grande predilezione per l’arpa, e tale amore si intensificò dopo aver ascoltato la grande virtuosa Clelia Gatti Aldrovandi nell’esecuzione del suo quintetto per flauto, oboe, viola, violoncello e arpa, scritto nel 1935. Così, da lei incoraggiato, incominciò a produrre diverse composizioni per questo strumento, sempre in stretta collaborazione artistica con la virtuosa, cui sono dedicate tutte le opere successive. La Sonata per flauto e arpa viene scritta nel 1937. Essa si articola in tre tempi (Allegro molto moderato, Andante sostenuto, Allegro festoso), e incarna perfettamente il paradigma compositivo del suo autore, il cui concetto di “tema” risulta sempre piuttosto atipico: esso infatti non si organizza mai entro limiti codificati, risultando invece soggetto ad un processo entro cui esso continuamente si danneggia o sempre si trasfigura, pur in un’apparenza di innocenza e di chiarezza tonale. Tuttavia permane quella vena di tristezza che intensamente vive nella musica di Rota. Nella sua cantabilità c’è sempre qualcosa di inquietante, un assorto stato esistenziale, una tristezza unica.
- 5) A. W. Ketelbey (1875-1959) – In a Persian Market, Intermezzo Scene
Ketelbey, compositore inglese, direttore d’orchestra e pianista, è rimasto noto per una serie di pezzi sinfonici classico-leggeri, caratterizzati da raffinati colori orchestrali e da un fluido e facile melodizzare. Tra i suoi pezzi più noti c’è appunto In a Persian Market, opera sinfonica scritta nel 1920, il cui tema descrittivo divenne uno dei più popolari di inizio secolo. Ispirato dagli innumerevoli viaggi per il mondo che costellarono la vita di questo autore, il brano descrive appunto un mercato persiano, in cui si svolgono le vicende di vari personaggi. La scena di intermezzo qui proposta, presenta vari quadri descrittivi all’interno della storia, come “I guidatori di cammelli si avvicinano” nel quadro iniziale, “I mendicanti nella piazza del mercato”, “L’incantatore di serpenti”, o ancora “La principessa in lontananza”, nel quale ritorna il tema connotativo del personaggio, che risulta essere poi il tema fondante di tutta l’opera.
- 6) Bernard Andres (1941-) – Narthex
B. Andres nasce a Belfort nel ’41. Compie gli studi nei Conservatori di Strasburgo e Parigi, dove vince il primo premio in arpa. Attualmente insegna in numerose scuole di musica francesi, pubblicando inoltre numerose opere per il suo strumento. Dal 1959 è arpista solista dell’Orchestra Filarmonica di Radio Francia. La mole considerevole delle sue pubblicazioni vede all’attivo composizioni per diverse combinazioni strumentali, rivelando una particolare attenzione alle sonorità innovative, pur mantenendo, nella fertile e singolare inventiva melodica, un saldo ancoraggio alla musica tonale. Narthex fu scritto nel 1971 e trae ispirazione dalle foto di alcune chiese romaniche che Andres scattò durante un viaggio in Borgogna, poiché impressionato dalla poesia e dalla letteratura ad esse legata. Egli cita direttamente dal Vecchio Testamento scene che appaiono scolpite sulla pietra del Narthex di tali chiese (l’atrio d’entrata o il portico che precede la navata), attraverso il quale passano ogni giorno centinaia di pellegrini.
- 7-8) Nino Rota (1911-1979) – La passeggiata di Puccettino, Serenata
Questi brani sono i primi due dei Cinque pezzi facili per flauto e pianoforte, scritti da Nino Rota nel 1971, e fanno parte del gran numero di opere brevi da lui composte in occasione dei saggi di Conservatorio. Deliziosi quadretti, colmi di una tenera musicalità che subito conquista l’ascoltatore, essi sono un nuovo omaggio al nonno, autore di spiritose musiche per bambini.
- 9-10) Josef Molnar (1929-) – Phantasy on Popoular Japaneese Folk Songs, Haru No Humi
Nato in Austria, Molnar ha studiato arpa presso l’Accademia di Musica di Vienna. Essendosi successivamente stabilito in Giappone, le sue composizioni per arpa sono spesso ispirate a temi e a suggestive melodie giapponesi, avendo inoltre incoraggiato molti compositori del paese d’adozione a scrivere per il suo strumento. La Fantasia qui presentata comincia con una lenta introduzione, seguita dalla Canzone dei Minatori, che brillantemente conduce alla Canzone di Kusatzu. Seguono poi episodi giocosi come la Canzone del Pescatore, alternati a episodi lenti come la Ninna Nanna Giapponese affidata dapprima all’arpa sola, poi a entrambi gli strumenti.
La parte lenta finale che riprende il tema dell’inizio, si conclude con una coda in fortissimo ed in accelerando. Il pezzo seguente Haru No Humi significa letteralmente “mare a primavera” e si ispira al brano omonimo scritto da Michio Miyagi nel 1929. Il pezzo originale fu infatti composto per koto (tipica arpa giapponese) e shekuhachi (tradizionale flauto giapponese).
- 11-12-13) Erik Satie (1866-1925) – Trois Gymnopedies
Le Gymnopedies sono tre composizioni per pianoforte solo, pubblicate nel 1888 e ispirate alla poesia Les Antiques di Patrice Contamine, poeta francese che Satie conobbe nel 1887. Pur essendo assieme alle Gnossiennes, tra le prime opere pianistiche di questo autore, esse già definiscono l’estrema esilità e la semplicità strutturale che sarà alla base, seppur in forme diverse, di tutta la sua arte. Il fascino ipnotico che emana da queste composizioni nasce dalla scena di un’antica cerimonia greca in cui alcuni adolescenti danzano nudi. La parola gymnopedie deriverebbe infatti dalla corrispondente parola greca gymnopaedia. Verso la fine del 1896, Claude Debussy, la cui popolarità era a quel tempo ormai all’apice, decise di orchestrare le tre splendide melodie di Satie. Egli inserisce in organico ben due arpe, affidando l’accompagnamento accordale alla prima, e costruendo egli stesso una seconda ostinata linea melodica per la seconda.
- 14) Gianluca Podio – L’eco delle Memorie Sparse
“L’eco delle Memorie Sparse è una musica di ombre e riflessi. E’ un ricordo di gesti lontani che si incontrano e si sovrappongono gentili e leggeri nell’aria del tempo. Liberi sono quindi i fremiti delle note, percorse e dibattute, come lampi luminosi nelle nubi oscure. Le figure musicali cangianti si intrecciano con il suono statico e severo, a volte ai limiti dell’udibile. L’immagine del paesaggio musicale e le relative figure dominanti appaiono e scompaiono, nascoste dietro il velo leggero della memoria che racconta se stessa”.
Gianluca Podio, gennaio 2007
Note a cura di Laura Vinciguerra
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